quinta-feira, 8 de abril de 2010

La Pasquetta, di nuovo.


Abordando um pouco mais o tema das traduções italiano - português, recupero a palavra "Pasquetta", que aparece no post sobre a Páscoa.
Como vimos, a "Pasquetta" é a segunda-feira após o domingo de Páscoa, também chamado de "Lunedì dell'angelo", comemorado na Itália principalmente por meio de piqueniques e que coincide com os dias iniciais da primavera, de mais sol e mais calor.
A questão é a seguinte, caro colega tradutor: se você se deparasse com a "Pasquetta" em algum texto, como traduziria para o português?
Para o bom tradutor, a pesquisa é a primeira ação-resposta. Não sabendo do que se trata, ou melhor, se a pulga atrás da sua orelha começar a se agitar, pesquise.
E pesquisando, descobre-se que:
a) O que já foi dito: a "Pasquetta" é a segunda-feira depois do domingo de Páscoa, conhecida também como "Segunda-feira do Anjo", festejada na Itália e, aparentemente, em Portugal. Assim é chamada porque um anjo apareceu para as mulheres que foram ao sepulcro de Jesus, anunciando-lhes que ele havia ressuscitado.
b) Os dicionários bilíngues it-pt referem-se à "Pasquetta" como a "segunda-feira depois da Páscoa", Pentecoste ou Pascoela. As últimas denominações não são corretas.
c) Culturalmente, a "Pasquetta" é feriado na Itália, não se trabalha, não tem aula e são feitos piqueniques nos parques e bosques próximos das cidades. É um dia de alegria, comemoração e confraternização.

Lembrando que o referente cultural é importantíssimo na tradução, como você traduziria o seguinte trecho?

"[...] domani è Pasqua,
dopodomani è Pasquetta,
come famo senza 'na lira?"
Pier Paolo Pasolini, Una vita violenta.

Atenção: não sou a dona da verdade e não tenho soluções prontas, o espaço do blog está aberto às boas discussões e aos bons debates.
Participe!
La parola del giorno è: domani (amanhã)

quinta-feira, 1 de abril de 2010

La Pasqua in Italia: usanze, religione, curiosità

Il tempo della Quaresima per i cristiani è un periodo particolarmente importante dell'anno liturgico; sono quaranta giorni caratterizzati da un clima di riflessione sulla figura di Gesù e sui suoi insegnamenti, un periodo che culmina nel grande evento della Risurrezione celebrato nella Domenica di Pasqua.
La festività della Pasqua coincide con l'arrivo della primavera. Dopo un lungo inverno l'avvicendarsi di giornate tiepide e rallegrate dal sole rendono ancora più gioioso questo periodo. Nell'aria primaverile riprendono a volare le farfalle dai mille colori.
Il loro passaggio dal buio del bozzolo, in cui erano rinchiuse sotto forma di crisalide, alla luce del sole nella nuova veste di farfalle ricorda ai cristiani il passaggio dal buio della morte alla luce della risurrezione.
La domenica di Risurrezione è un giorno di grande felicità che si manifesta anche nello stare insieme con gioia, nel ritrovarsi ad esempio in famiglia o con gli amici per il pranzo di Pasqua.
Modi di dire
Nel linguaggio comune ricorrono "modi di dire" che trovano la loro origine nelle letture evangeliche del periodo quaresimale-pasquale, o comunque che sono collegate con la liturgia e tradizione cristiana di tale periodo.
"LUNGO COME UNA QUARESIMA": si dice di una persona o di una cosa prolissa, noiosa, insistente.
"HA SCIUPATO TUTTO E ADESSO FA QUARESIMA": si riferisce a chi ha sperperato i propri beni, le proprie ricchezze e adesso fa digiuno, vive in povertà.
"PORTARE LA PROPRIA CROCE": questo modo di dire trae la sua origine dalla salita al calvario di Gesù Cristo ed è da intendersi come la capacità di sopportare e accettare i momenti dolorosi della vita, così come il Figlio di Dio ha accettato e sopportato la dura prova del martirio in croce, senza cedimenti pur nella sofferenza di quei drammatici eventi. Collegato all'episodio della salita al Calvario di Gesù carico della croce c'è un ulteriore modo di esprimersi usato per indicare una dura sofferenza: "LA SUA VITA E' UN CALVARIO". Così come: "STARE IN CROCE" (Stare in pena) e "CHE CROCE!" sono espressioni che ribadiscono e sottolineano la gravità di una situazione particolarmente penosa.
"GETTARE LA CROCE ADDOSSSO A QUALCUNO": cioè addossare la responsabilità di un fatto ad un'altra persona, per biasimarla.
"LA CROCE CHE CI SI FA DA SOLI E' LA PIU' PESANTE": il modo di dire vuol significare che, quando siamo noi stessi a costruirci delle croci, cioè a commettere delle azioni di cui in seguito ci pentiamo e che inoltre si rotorcono contro di noi, dovremo sopportarne il peso (le conseguenze) che sarà sicuramente più gravoso, rispetto a quando è imputabile invece a cause esterne, dato che in questo caso siamo noi stessi gli artefici del danno provocato.
"ESSERE FELICI COME UNA PASQUA": riferito a chi manifesta una grande felicità, proprio perchè il giorno di Pasqua è un giorno di grande gioia.
"PASQUA ALTA": si ricorre a questa espressione quando la festa di Pasqua è in ritardo rispetto al tempo in cui ricorre normalmente, mentre si dice: "PASQUA BASSA" quando è in anticipo.
"VENIRE LA PASQUA IN DOMENICA": per indicare ciò che si verifica al momento opportuno, che arriva a proposito.
"ESSERE COME SAN TOMMASO": la locuzione viene usata per indicare un'ostinata incredulità verso una notizia o un fatto, proprio come l'apostolo Tommaso che si rifiutò di credere ai compagni che gli riferivano l'apparizione di Gesù risorto.
Curiosità sulla Pasqua
Con il termine PASQUETTA si indica, popolarmente, il primo lunedì dopo la domenica di Pasqua (propriamente chiamato: Lunedì dell'Angelo). Con questa festa si vuole ricordare l'apparizione di Gesù risorto ai due discepoli in cammino verso il villaggio di Emmaus, a pochi chilometri da Gerusalemme. E' consuetudine tra i cristiani, proprio per ricordare il viaggio dei due discepoli, di trascorrere questa giornata con una passeggiata "fuori le mura"(fuori del centro storico della città): una "scampagnata"(un picnic) fuori città.

Tratto e adattato da: Non solo Hobby
N.B. Continuerò a trattare alcuni temi presenti in questo post dopo la Pasqua. :-)

La parola del giorno è: gioia (alegria)